L’ARTE DI VIVERE GOSHALA – TUTELARE I BOVINI LOCALI

Un buon rifugio

Go’ (si pronuncia ‘gau’) significa mucca, e ‘shala’ significa rifugio. Fino a poco tempo fa ogni villaggio in India aveva un goshala. Anche oggi ogni residente di un villaggio che se lo possa permettere alleva perlomeno una mucca. Alcuni hanno correlato l’incremento di suicidi fra gli agricoltori indiani al fatto che non allevano più mucche.

La mucca indiana: un vero tesoro della casa

IIn India i tori sono usati per arare i campi e come mezzo di trasporto. Un’intera gamma di attività, agricole, religiose ed economiche ruotano attorno ai bovini.
Visto dal punto di vista ayurvedico, il latte di mucca è sia satvico (di qualità purificante) che nutritivo. Il latte goshala è per eccellenza il latte più ricco di principi salutistici. Di solito i prodotti caseari acquistati contengono vengono realizzate con misture di latte di varia provenienza, fra cui anche il latte di bufala, che è molto grasso e di alto contenuto tamasico (di qualità letargica). Nessun rituale indiano (puja) è completo senza Panchagavya o i cinque elementi sacri derivati dalla mucca: latte, burro chiarificato, cagliata, urina e sterco. Mentre si celebra l’homa (rituale del fuoco) il ghee e lo sterco prodotti da mucche locali sono irrinunciabili. Come Swami Soumyatej afferma, “Il ghee più puro e lo sterco sono necessari per l’efficacia dell’agnihotra, perché fare questo homa è come condurre un esperimento nel quale i risultati dipendono dai parametri iniziali. Il ghee e lo sterco di un’altra mucca non riuscirebbero a ottenere gli stessi risultati di purificazione.”
Lo sterco di mucca è utile a funzioni irrinunciabili. Per la coltivazione organica, lo stallatico è il miglior fertilizzante, e contiene anche pesticidi naturali. Forme di sterco seccato sono usate come combustibile per cuocere cibi. Lo sterco seccato utilizzato per pavimenti e muri di abitazioni fornisce isolamento termico riparando dal freddo, facendo scudo alle radiazioni e costituendo un repellente per gli insetti. Unito all’acqua ed utilizzato, molto diluito, per lavande, è utile come disinfettante. Se raccolto in un tino produce biogas che può fornire stabilmente energia elettrica nei villaggi.
La Gomutra, urina di vacca distillata, è una medicina miracolosa che cura un ampio spettro di malattie: da eruzioni cutanee al diabete al cancro. Lo Sri Sri Ayurveda Hospital e lo Sri Sri Panchakarma hanno dimostrato il successo della Gomutra nel curare indisposizioni cronicizzate..

Razze pure versus razze ibrid

Durante gli anni ’70 del Novecento sussisteva un’affluenza continuativa di mucche di razze esotiche. Le mucche derivate da incroci di razza erano di moda per la loro produzione di latte, quantitativamente molto superiore. Tuttavia la qualità del latte non era oggetto di particolare attenzione. Alcuni punti cruciali erano dunque sfuggiti alla valutazione: queste mucche risultavano infatti maggiormente soggette a malattie. Il caldo, il clima tropicale dell’India non faceva per loro. Il cibo era incompatibile alle loro necessità. Jersey e altri esemplari ibridi hanno sofferto di gonfiori di stomaco e diarrea. Hanno consumato grandi quantità di foraggio, diventando conseguentemente più onerose dal punto di vista del loro mantenimento. D’altra parte avevano un periodo di allattamento breve, dopo il quale potevano essere macellate per il consumo della carne. A parte la produzione di latte e carne, non fornivano però alcun altro tipo di utilità.
(p. 11) Con una piccola mirata manipolazione (selezionando cioè il miglior pedigree) le mucche locali possono raggiungere gli stessi livelli di produzione di latte, come è stato dimostrato da paesi quali il Brasile e l’Argentina (che hanno importato e selezionato mucche indiane di razza pura). Anche i migliori tori dell’India, i famosi Brahmani, vivono molto bene in queste zone.

Le attuali necessità

Il goshala è parte integrale di un aspra. Nei nuovi quartieri dell’Art of Living a Bangalore destinati agli stranieri il Goshala venne costituito nella finalità di preservare la purezza delle specie locali. Delle quasi cento varietà di mucche indiane oggi ne sopravvivono solo trenta. Il Goshala ospita più di cento mucche di specie autoctona di varie razze quali l’Ongol da Andhara Pradesch, la Kangayan da Tamil Nadu, la Gir dal Gujarat e la Sahiwal dal Punjab.
 
Secondo Gurudev Sri Sri Ravi Shankar per decidere quale sia il numero ottimale di mucche da allevare occorre seguire la proporzione di 20 mucche ogni 100 abitanti. Non producendo bestiame sufficienti quantità di latte, ne è stata decisa la macellazione. Conseguentemente è diminuito il numero dei capi, incidendo sulle potenzialità genetiche della razza. Ben presto di questo passo si arriverà alla proporzione di sole 5 mucche ogni 100 abitanti. Il goshala ha come finalità quella di invertire questa tendenza cambiando i suddetti rapporti numerici.
 
Occorre procedere con molta attenzione nel progetto di conservare il germoplasma dei bovini indiani. Infatti trovare mucche di razza pura al 100% è difficile proprio per i numerosi incroci di razze che si sono verificati fino ad ora. Il goshala dell’Arte di Vivere fornisce anche un efficace modello di rinnovamento della produzione organica a costo zero, allontanando così dai contadini indiani lo spettro di una vita di duro lavoro e di grande fatica e debiti.
 
Una profonda verità è raccolta in un antico detto indiano: “Se la mucca viene allevata con gioia, il paese è prospero e anche il popolo che lo abita è felice”. E’ dunque una reazione a catena. Si tratta di una saggezza antica e l’Arte di Vivere sta contribuendo a trasformarla in una realtà attuale.